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Omoboni: l’ha detto, l’ha fatto
Anticipando il periodo dei saldi, che di solito, almeno ufficialmente, iniziano poco prima dell’Epifania, di fatto attuati anche nel periodo natalizio, arriva l’avviso per la vendita della quota societaria detenuta dal comune di Borgo San Lorenzo nel capitale della società pubblica Pianvallico s.r.l.. Un atto invocato dagli apoti, quelli che non la bevono, per non averne constatata l’utilità di servizio reso alla cittadinanza. Un gesto atteso dai commentatori della politica nostrana, attenti a soppesare le promesse e i reali obbiettivi post elettorali. Un indirizzo di programma auspicato da qualcuno che, almeno o solo per questo, lo aveva votato e che così potrà avere contezza della scelta fatta davanti all’urna.
Ecco, Paolo Omoboni, il sindaco borghigiano, ha dunque dato seguito alla parola data e spesa nelle pieghe del suo mandato, laddove l’adesione alle società partecipate, e il riesame sulla loro utilità ed efficienza, aveva una esposizione tutt’altro che secondaria. Sicché, detto e fatto. La sua mal sopportazione verso la politica barocca, quella legata a orpelli di un tempo che fu, è stata evidente fin dall’inizio. Ha iniziato sbaragliando gli altri candidati nelle primarie di coalizione, vincendone i pregiudizi sulla sua – iniziale – non appartenenza al partito egemonico del territorio. Dopo l’elezione a sindaco, del più popoloso e importante capoluogo mugellano, si è presa anche l’investitura a presidente dell’Unione Montana dei Comuni del Mugello. Poi, ha fatto migrare la quasi totalità degli adepti della lista civica che lo ha sostenuto durante l’elezione a sindaco nel Partito Democratico. Infine, ha dato vita a una segreteria politica cittadina improntata più al suo programma verso il territorio che alle sirene, e sirenette, nazionali. Insomma dinamico, anche rampante.
Ma, fermi tutti, attenzione, non vuol essere questo un giudizio complessivo sulla sua attività di primo cittadino. E’ ancora presto, aspettiamo. Parliamo di cose concrete. Prima evocò a parole l’uscita dalla società pubblica Pianvallico s.r.l., riconoscendone l’inutilità per il proprio comune, creando non poco imbarazzo fra i sodali confinanti. Sicché le parole attecchirono sugli atti ufficiali. In questi giorni la sua linea programmatica ha partorito un avviso: “gara ad evidenza pubblica per la vendita della quota sociale di proprietà del Comune di Borgo San Lorenzo della Pianvallico s.r.l.”. Prezzo a base d’asta euro 39.507,45, con offerte solo in aumento da presentare entro le ore 12:30 del 22 gennaio 2018. Quindi via al fuori tutto, si vende, o si svende.
Peccato però che alla sua buona intenzione non si presti l’avviso di gara e il modello d’offerta allegato. Già perché in più di una riga, nelle prescrizioni e nello schema di offerta, fra i documenti richiesti si cita, testualmente, la “copia fotostatica” di un valido documento d’identità. Una terminologia senz’altro non barocca, ma di certo non contemporanea. Ed è una prescrizione imperativa, ineluttabile. “Copia fotostatica”, nell’accezione fra sostantivo e aggettivo, sottintende una riproduzione stampata su carta sensibile, politenata. Un sistema abbandonato almeno da quasi vent’anni, sostituito dalle più pratiche copie su carta comune. Quindi, il timore è che nessun partecipante, interessato ad acquistare quella quota sociale, possa soddisfare il requisito indicato nel bando pubblicato. Urge un chiarimento, anzi una rettifica. Ma Omoboni, dinamico, riuscirà anche in questo, licenziando il procedimento fotostatico dando seguito a quello con carta comune.
Auguri sindaco!
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 dicembre 2017
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