Percorsi di luce Una lettura esoterica del palazzo comunale di Borgo San Lorenzo e di altre opere di Tito Chini
BORGO SAN LORENZO – Si terrà domenica 18 dicembre alle ore 16.00, presso la sala del consiglio, la presentazione del libro di Elisa Marianini “Percorsi di luce” edito da Noferini di Borgo San Lorenzo. Alla presenza del sindaco Paolo Omoboni, dell’assessore alla cultura Cristina Becchi ed altri illustri ospiti, si terrà una lettura esoterica del palazzo comunale ed altre opere di Tito Chini.
La storica dell’arte Elisa Marianini ci presenta in un suo saggio storico artistico il palazzo comunale di Borgo San Lorenzo, il quale rappresenta a tutt’oggi una delle opere più splendidamente conservate frutto di un progetto unitario e coerente dovuto all’artista Tito Chini. Attorno a questo palazzo, la cui edificazione è avvenuta nel corso degli anni Venti e Trenta del Novecento, ruota un pensiero legato alla filosofia e alla tradizione esoterica-massonica, all’epoca molto diffusa in Mugello. Tutto l’insieme risponde, sia ad un visione fascista, sia agli ideali della cultura massonica, ambedue convergenti nella figura del Podestà. Il messaggio più profondo, non riservato ai profani e per questo non compreso da tutti, cela dietro alle decorazioni simboliche, alle vetrate, e a tutti gli arredi, nonché alla pianta stessa dell’edificio e all’orientamento delle colonne al suo interno, un preciso significato esoterico.
La decorazione interna è pertanto tutta simbolica e si presta a soddisfare le richieste, sia fasciste, sia massoniche, attraverso questi due livelli, uno ufficiale e palese, e uno privato ed interiore e quindi occulto.
Sicuramente a rendere singolare il palazzo comunale di Borgo San Lorenzo è stata la comunanza di idee, di vedute e lo stretto rapporto che si instaurò tra il generale Pecori Giraldi, che guidò la Ia Armata, e Tito Chini, suo attendente; ambedue, tra l’altro, oltre ad aver respirato gli stessi ideali nel tempo della guerra, avevano continuato a frequentarsi nel successivo tempo di pace, ed inoltre avevano in comune anche la stessa origine mugellana, infatti, le famiglie Chini e Pecori Giraldi si conoscevano da vecchia data. Tito Chini per rendere pubblico l’affetto e la stima che egli nutriva nei confronti del Generale, non mancò di rendergli omaggio ponendolo come unico vivente al centro della decorazione degli “uomini illustri” del Mugello eseguita proprio nella sala del podestà del palazzo comunale di Borgo San Lorenzo, avendo a cuore che fosse da tutti preso ad esempio e modello di virtù.
La particolarità del libro, comunque, non è solo quella di addentrasi in una lettura esoterica, dove la Massoneria ed i suoi simboli hanno una parte importantissima, ma è anche quella di portare a conoscenza una realtà non solo locale ma anche nazionale. Interessante è il confronto con i palazzi comunali di Sabaudia e Asiago, i quali hanno in comune con quello di Borgo San Lorenzo, oltre alla stessa epoca di edificazione, anche la situazione di ricostruzione avvenuta in seguito all’azione di bonifica voluta da Mussolini a Sabaudia e alle distruzioni generate dalla Grande Guerra ad Asiago, mente a Borgo San Lorenzo in seguito alle distruzioni del terremoto del 29 giugno 1919. Comunque le soluzioni stilistiche sono diametralmente opposte poiché mentre sia Asiago che Sabaudia sono giocati sulla monumentalità e verticalità espresse dalla torre, da sempre simbolo del potere, nel palazzo comunale di Borgo San Lorenzo predomina l’orizzontalità e la volontà di esaltare l’universale massonico.
I concetti di elevazione e di illuminazione sono fondamentali nel percorso massonico, e così dal buio atrio d’ingresso siamo invitati ad inoltrarci nel primo piano, richiamati dalla luce per terminare il percorso nella stanza del podestà e recepire quel messaggio di fiducia umanistica nella costruzione dell’uomo e nel suo perfezionamento interiore.
Occorre premettere che la fonte principale del simbolismo della Massoneria va ricercata nella tradizione alchemica dalla quale provengono nozioni fondamentali come quelle di “rinascita” dell’iniziato e di “segreto”. Questa connessione tra arte ermetico-alchemica ed Arte Reale ci consente di comprendere la serie d’affreschi che si dispiegano lungo le pareti del vano scale, dove ogni simbolo – raccontato dalla Marianini – è connesso strettamente e coerentemente con tutti gli altri e tutti insieme conferiscono un senso profondo al messaggio di Tito, il quale invita l’uomo a leggere dentro il proprio cuore e la propria anima.
La possibilità di tale lettura è dovuta sicuramente al metodo usato dalla storica dell’arte – quello iconologico – che coglie il valore concettuale dell’immagine e considera l’opera d’arte inserita in un contesto sociale ampio, dove rilevante importanza hanno la cultura letteraria, filosofica, religiosa, scientifica del tempo, oltre all’intenzionalità dell’artista e al ruolo del fruitore. Quindi nella lettura di Elisa Marianini stile e significato diventano inscindibili, allargando l’orizzonte della storia dell’arte e non soffermandosi solo su una lettura formale ed estetica.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 dicembre 2016