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Verso le primarie del PD a Vicchio. Intervista a Carlotta Tai

Posted On 08 Gen 2019
By : Redaz
Comment: 1
Tag: Carlotta Tai, elezioni amministrative, Primarie PD, vicchio

Fotocronache Germogli

VICCHIO – Ieri l’intervista a Filippo Carlà Campa (articolo qui). E oggi la parola va a Carlotta Tai, l’altra partecipante alle primarie indette dal Pd per la scelta del candidato sindaco in vista delle elezioni comunali del prossimo maggio.

Per iniziare, presentati…Sono nata il 20 novembre del 1978. Sono Consulente del Lavoro, collaboro con uno studio di Firenze. Laureata in Scienze Politiche. Sono sposata, abbiamo un bambino di quasi nove anni. Sono stata per cinque anni presidente del Consiglio Comunale di Vicchio e per altri cinque (carica tuttora in corso) Vicesindaco in Giunta con deleghe al Sociale, alla Scuola, alla Cultura, alla Comunicazione. Negli ultimi cinque anni sono stata pure coordinatrice del tavolo sull’immigrazione alla Società della Salute.

Perché hai deciso di candidarti? La passione politica e l’amore per il mio paese sono alla base di questa mia decisione. Ho fatto un percorso di dieci anni, che si sta per concludere, al servizio della nostra comunità. Metto a disposizione degli abitanti di Vicchio le mie capacità e competenze, e l’esperienza acquisita in questi anni. Per il PD credo di rappresentare una figura aggregante attorno alla quale un gruppo di persone, con passione e pragmatismo, si sono unite per la costruzione di un progetto.

Quali sono le tue esperienze professionali, ed anche le tue peculiarità di carattere, che pensi di poter spendere positivamente alla guida del Comune di Vicchio? Credo che per amministrare bene un paese, grande o piccolo che sia, le qualità umane e caratteriali necessarie siano prima di tutto sensibilità, concretezza, capacità di ascolto. Non sono una di quelle che ritiene le esperienze professionali fondamentali per fare bene politica o amministrare: lo può far ugualmente bene un ingegnere, un consulente del lavoro, un operaio, un artista o un artigiano o un farmacista. Le capacità politiche e le conoscenze e competenze possono prescindere, specie al giorno d’oggi, dalla professione esercitata.

Come giudichi nel complesso questi cinque anni di amministrazione? Con poche risorse e pochi mezzi abbiamo fatto miracoli. Abbiamo reso Vicchio dignitosa, più moderna, all’avanguardia sul fronte delle energie rinnovabili. Abbiamo fatto investimenti, in piena crisi, per dieci milioni di euro. Abbiamo una scuola materna nuova, e le altre scuole – esclusa, ahimé, la scuola media – a norma da qualsiasi punto di vista, anche antisismico. Abbiamo rivalutato l’arte che custodiamo, creato centri culturali come la biblioteca e la Casa di Giotto, il Teatro, che definirei di prim’ordine, di alto livello. C’è stato molto da combattere. Dall’esterno sembra tutto facile. In realtà quello che serve sono costanza, competenza e concretezza per riuscire solo a affrontarli i problemi; e molta, molta pazienza.

Ci sono state scelte che ti hanno lasciato perplessa, o non hai condiviso? Abbiamo da recuperare nei rapporti con le attività economiche, in particolare con quelle del paese, e con le associazioni sportive. Dovremo instaurare con loro un nuovo dialogo, nel pieno spirito della collaborazione.

E quelle che ritieni le migliori? Ho condiviso l’impostazione e i valori di questa amministrazione: investire nelle scuole, nel sociale, nella cultura, nell’ambiente (centrale a biomasse, illuminazione pubblica a led, fotovoltaico).  Un sentimento particolare mi suscita tutt’oggi passare di fronte alla sede di Indaco.

Puoi illustrare alcune proposte che caratterizzano il tuo programma? L’idea di programma che ho in testa – lungi da essere un programma già ben definito –  ha elementi di concretezza forti ma non disdegna il sogno, avere obiettivi non impossibili ma più che difficili da realizzare. Se fosse stato semplice avremmo già una nuova Scuola media, per esempio: ed è il mio primo obiettivo per il quale dovremmo impegnarci al massimo e riuscire anche a ottenere finanziamenti esterni. Un altro progetto ambizioso è una rete di percorsi storico-artistici e naturalistici che unisca i nostri luoghi di arte e di storia attraversando il paesaggio, ognuno che parta da una delle nostre frazioni. Abbiamo un meraviglioso lago al centro del paese che va assolutamente rivalorizzato, partendo ovviamente dalla manutenzione del lago stesso e dalla cura e il miglioramento di tutta l’area circostante.

Ma ci sono anche progetti più semplici, almeno all’apparenza, cui tengo molto: come il Pedibus che aiuti i nostri bambini a recarsi a scuola in autonomia fin da piccoli, orientandosi tra le strade del nostro paese.

Che ne pensi dell’ipotesi fusione? Magari con Borgo? La fusione con Borgo non la vedo realizzabile in questo momento, sia per la grande differenza di dimensioni, che per la visione strategica e politica del Mugello nel suo complesso. Credo che dobbiamo continuare a conferire funzioni all’Unione dei Comuni per rendere il Mugello un’area omogenea e realizzare nuove economie. L’approvazione del piano strutturale intercomunale del Mugello, ad esempio, è un passo importante.

Che giudizio dai della situazione del Mugello oggi? Da un punto di vista sociale e politico, anzitutto. Dal punto di vista sociale il giudizio è positivo. Nonostante le difficoltà e la crisi economica degli ultimi anni, la qualità della vita resta comunque alta, così come, restano alti i livelli di socialità, testimoniati anche dal forte attaccamento per i Mugellani alla loro terra.  Ci sono certamente delle fragilità e delle nuove emergenze sociali, mi riferisco ad esempio, alle emergenze abitative che abbiamo visto e affrontato in questi ultimi anni e che richiederanno un maggiore sforzo e soprattutto nuovi strumenti di abitare sociale. Così come sono preoccupanti i dati sul gioco di azzardo e sulle dipendenze, sui quali dovrà esserci una forte politica anche culturale.

Dal punto di vista politico, condivido e credo che vada rafforzata la linea di proporsi sempre più come territorio unito, per affrontare e risolvere i problemi, ma anche per promuovere e favorire lo sviluppo economico di tutta l’area.

Che giudizio dai del Pd di Vicchio? Come lo vedi? È in buona salute? Abbiamo molti giovani, molte persone anche meno giovani che partecipano, talvolta magari indirettamente. Il Pd di Vicchio, con la scelta delle Primarie, ha dimostrato di avere una grande fiducia nei cittadini e la volontà di aprirsi a tutti coloro che condividono i valori di centrosinistra. Ma ha fatto anche di più. In pieno spirito democratico, ha esortato i candidati affinché facessero della sede del partito il luogo in cui svolgere le proprie iniziative. E perché lo ha fatto? Me ne sono resa conto in queste poche settimane, durante gli incontri che ho fatto, o alla stessa presentazione del programma: in tanti mi hanno detto “era tanto che non entravo qui dentro”, altri mi hanno confidato che era la prima volta ma che si sentivano a loro agio. Dovrebbe essere questo lo spirito e uno degli effetti delle Primarie. Peccato che Filippo sia voluto uscire. Mi auguro e spero che possa decidere di tornare nella sede e condividere quello spazio con me e tutti gli elettori di centrosinistra.

Non temi che essere la vicesindaco uscente, la braccio destro del sindaco Izzo, non ti faccia diventare il bersaglio di tutti coloro che non hanno condiviso l’azione dell’attuale giunta? Non lo temo, so che è così e già è così. Non posso che andare avanti con la mia proposta perché so che è valida e so che può far del bene al futuro del paese. Tutto il resto fa parte del gioco e me lo aspettavo. Chi usa o userà solo questo pretesto per sminuirmi però non fa che rafforzarmi: perché si vede che ha ben poco altro da dire.

Politicamente come ti collochi? Quali le tue esperienze politiche precedenti? E chi voteresti come segretario nazionale del partito? Sono una donna del centrosinistra. Tutti sanno che vengo dal Psi. Non so ancora chi voterò come segretario nazionale del partito, so solo che sceglierò la persona che più dimostrerà di voler portare unità nel partito e in tutto il centrosinistra.

Che pensi del tuo avversario? Quali sono le qualità che gli riconosci? E i suoi maggiori limiti? Filippo è molto bravo a parlare con le persone. La sua qualità migliore è la simpatia, non lo posso negare. È entusiasta e pieno di energie, che in politica non fa che bene. I limiti che secondo me ha dimostrato in questa campagna sono una discreta fumosità sul programma e una mancanza di chiarezza che mi lascia perplessa; così come un livore nei confronti dell’attuale amministrazione palesato sfruttando qualsiasi pretesto, tanto che talvolta è sembrato di sentire parlare uno dei nostri oppositori di destra. Ma il suo limite fondamentale a mio modesto parere è credere che da queste Primarie verrà fuori il prossimo sindaco di Vicchio: i cittadini che andranno a votare il 20 gennaio hanno un compito più delicato ancora, ovvero scegliere un candidato del PD credibile e forte, per contrastare le opposizioni che saranno agguerrite e pronte a cavalcare l’onda lunga del populismo tendenzialmente di destra che sta attraversando l’Europa e non solo, e che credo non potrà non riguardare Vicchio. Il panorama politico insomma non è chiaro e sarà senz’altro inedito. Il PD si deve far trovare pronto.

Cosa diresti a un elettore che ti confida che intende votare per Filippo Carlà Campa? Detto che ognuno è libero di pensarla come crede se la scelta scaturisce da un ragionamento ben ponderato, e che è un bene se viene a votare alle Primarie del PD, gli direi di chiedere a Filippo che idee ha per il futuro di Vicchio, perché io non le ho capite. E di chiedergli cosa intende quando dichiara di voler “rompere gli steccati dell’autosufficienza” e di voler “allargare la cosiddetta frontiera del centrosinistra”. Detto che più che una frontiera oramai io la definirei una trincea, non comprendo a cosa o a chi si riferisca. Anche io e il nostro partito siamo per rompere gli steccati dell’autosufficienza, tanto che da più anni il PD lo fa, lo ha fatto, anche con lo stesso Psi da dove provengo io per esempio.

Se poi bisogna romperli però a ogni costo o per una mera questione di contabilità di voti, io starei ben più cauta. Gli chieda dove vuole allargare questa frontiera. Gli chieda soprattutto di parlare chiaro, di fare nomi e cognomi, di risultare comprensibile, meno ambiguo. Solo in questo modo quell’elettore potrà essere consapevole e conscio, soddisfatto della propria scelta. Altrimenti, se non trovasse soddisfazione e chiarezza, cambi idea, è ancora in tempo! Con me va sul sicuro. Ho un’idea di programma innovativa e concreta e una collocazione ben precisa nel centrosinistra, solo nel centrosinistra, nell’area di idee valori e principi del centrosinistra. Di questi tempi, mi si conceda una battuta, non è mica poco.

 

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 gennaio 2019

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One Comment

  1. Lucia Pardi 9 Gennaio 2019 at 16:58 Reply

    Cara Sig.ra Tai
    sono tra coloro che la vedono come la continuità della amministrazione Izzo e non per questo credo di avere ben poco da dire. Anzi!

    Le concedo che reclami come positive certe azioni. Va però detto che molte iniziative erano già in corso dalle amministrazioni precedenti, come l’adeguamento antisismico delle scuole o la centrale a biomasse. Le avete portate avanti e fa bene a ricordarlo.

    Però sulla nuova scuola media in questi 10 anni non siete stati capaci di fare nulla, nemmeno un progetto. Un tiramolla continuo: ora la scuola serve, ora non serve perché c’è un calo demografico, ora serve di nuovo. In genere siete tornati sulla necessità della scuola in vista delle elezioni. Non è facile dice? Infatti avete dimostrato che è un impegno che ha superato le vostre capacità.
    Che lei ne faccia un obiettivo del suo programma va bene, ma che non sia credibile è altrettanto evidente.

    Il lago di Montelleri è in stato di evidente abbandono e che l’amministrazione rilasci una dichiarazione all’indomani dei commenti dell’altro candidato alle primarie asserendo il contrario dimostra che l’attuale amministrazione, quindi anche lei che ne fa parte, non ha idea di cosa accade a pochi passi dal palazzo comunale.
    Ancora una volta quindi non so quale possa essere a sua credibilità nella gestione di una valorizzazione.

    Sul valorizzare poi ci sarebbe tanto da dire.
    Lei ha fatto parte di una amministrazione che in 10 anni ha portato la Fiera Calda (l’evento più significativo dal punto di vista promozionale) ad uno stato che definire ridicolo è un eufemismo dimostrando, anche in questo caso, di non avere avuto le capacità per rinnovare e rilanciare questo evento e le attività collegate.

    Come lei stessa ammette, c’è da “recuperare nei rapporti con le attività economiche, in particolare con quelle del paese, e con le associazioni sportive”. Detto dal vicesindaco in carica che ha avuto anche la delega alla Comunicazione: a chi dobbiamo dare la responsabilità di questa incapacità di comunicazione e rapporti?

    Mi fermo per sintesi, ma credo sia sufficiente per farle capire che chi la vede come continuità di una amministrazione molto deludente ha tanti tanti argomenti.

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