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RIFLESSIONI SUL VANGELO DELLA DOMENICA – Il Battesimo di Gesù nel Giordano

Posted On 09 Gen 2022
By : Andrea Pelosi
Comment: 0

MUGELLO – Ogni settimana i sacerdoti della nostra zona, a turno, propongono una riflessione tratta dalle letture della Messa domenicale. Oggi è la volta di Fra Nando M. Perri, frate dei Servi di Maria, priore della comunità di Monte Senario. Il brano commentato è quello del Battesimo di Gesù nel Giordano.

 

Gesù, dopo la sua nascita, compie tre prodigi, tre epifanie, tre manifestazioni:

con la stella guida i magi al presepio,
con l’acqua cambia in vino alle nozze,
con il battesimo riceve il sigillo dello Spirito per la sua missione

La prima manifestazione di Cristo alla creazione (la stella) e a tutti i popoli (rappresentati dai magi) è avvenuta tre giorni fa nella solennità dell’Epifania. La seconda epifania avviene oggi nel giorno del suo battesimo, in cui egli rivela il vero volto del Padre misericordioso nel suo ministero. La prossima domenica, nell’evento delle nozze a Cana, si manifesterà come sposo dell’umanità nell’amore e nella gioia. Oggi, Gesù discende nel fiume Giordano per essere battezzato da Giovanni Battista.

“Il popolo era in attesa” è la prima immagine del vangelo odierno ed è veramente una bella immagine, che definisce non solo l’attesa del Messia al tempo del Battista, ma quella di ogni uomo in ogni tempo. A pensarci bene, la disperazione consiste proprio nel non aspettarsi più nulla.

e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo.

Galileo Chini, San Giovanni Battista, pieve di Borgo San Lorenzo

Giovanni Battista vuole chiarire che egli non è il Messia atteso e subito precisa: ”Io vi battezzo con acqua” e confermo la decisione della vostra conversione con il gesto dell’immersione nell’acqua e il vostro impegno ad accogliere colui che è più forte di me a cui non sono degno di sciogliere i lacci dei sandali. Sciogliere i lacci ci richiama alla legge del levirato. Legge che stabiliva: ”Quando moriva un uomo senza aver lasciato figli, il fratello del morto doveva prendere la vedova in sposa per dargli una discendenza. Se costui si rifiutava, scioglieva i lacci del sandalo della vedova e lo consegnava all’altro fratello, che l’avrebbe presa in sposa”. Giovanni, riferendosi a questa norma vuole rivelare che il vero sposo della vedova, che è Gerusalemme, immagine del popolo di Israele, è il Messia “colui che è più forte di lui, che è già in mezzo a loro”.

Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco

“Il fuoco non è segno di morte, ma di vita. Perché? Lo Spirito Santo verrà a bruciare la vostra pula, i rami secchi, le foglie gialle con il fuoco del suo Amore e per far risaltare l’oro che c’è in ognuno di voi. Non viene per distruggere, ma per purificare le nostre vite con la sua novità.

Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, rivela la sua solidarietà con ogni uomo e con ogni donna che cerca, con l’uomo dal cuore inquieto, con gli uomini e con le donne afflitti da malattie e miserie.

Cristo innamorato dell’uomo dona tutto ciò di cui necessita perché possa vivere con dignità e in piena libertà. Le sue promesse non sono parole, ma fatti e gesti concreti che compirà durante tutto l’arco della sua vita terrena.

Stava in preghiera in quel momento egli si sente in sintonia con il Padre e prende coscienza della sua missione e del suo destino. In seguito dirà Come sono angosciato per il battesimo che dovrò ricevere.

Il battesimo, di cui parla Gesù, è la sua passione e morte.

Il Giordano e la croce sono intimamente uniti.

Al Giordano Gesù si rende solidale con i peccatori,

sulla croce si addossa tutti i peccati degli uomini, si fa maledizione per salvare e liberare l’uomo.

Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba,

I cieli che da tanti secoli erano rimasti chiusi, oggi si aprono. Il silenzio di Dio, a volte terribile e insopportabile, viene infranto.

L’apertura dei cieli favorisce la discesa dello Spirito.

I cieli si aprono per rivelare che il silenzio di Dio è finito, che ora il Verbo eterno squarcia i cieli e scende ponendo la sua tenda in mezzo a noi e che Gesù stesso si farà cibo e bevanda per estinguere la nostra fame e la nostra sete.

Il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba

Lo Spirito Santo discende su di lui e lo consacra per la sua missione. Lo Spirito scende in forma di colomba. La colomba ha un chiaro riferimento alla Genesi. Quando tutta la terra fu inondata dal diluvio e tutto il genere umano corse il rischio di perire, la colomba apparve per annunziare la fine del cataclisma, portando un ramo d’ olivo nel becco. La colomba è simbolo della tenerezza e della mitezza, infine la colomba ritorna sempre al suo nido. Gesù si rivela dimora dello Spirito che con la tenerezza e la misericordia farà rifiorire la vita.

e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»

La voce dall’alto manifesta l’inaugurazione di una nuova fase della storia di salvezza, in cui Dio s’impegna personalmente a far germogliare le promesse, a dare una risposta alle esigenze più profonde del credente.

Le parole del Padre e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» situano Gesù in una relazione di figliolanza amorosa con Dio: Gesù è il Figlio che il Padre ama. Nelle parole pronunciate dal Padre riecheggiano alcune espressioni dell’Antico Testamento.

«Tu sei il Figlio mio» è un chiaro riferimento al Salmo 2,7: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato”. Il Salmo 2 è un salmo di intronizzazione dei re dell’antico Israele. Questo riferimento rivela che le parole del Padre annunciano la regalità di Gesù.

La parola “l’amato” fa riferimento a Genesi 22,2, dove Dio dice ad Abramo: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò.» Questo riferimento annuncia il sacrificio di Gesù, che lo stesso Padre immolerà per il peccato del mondo.

L’espressione “in te ho posto il mio compiacimento” è un riferimento a Isaia 42,1: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni». Questo riferimento annuncia la missione universale di Gesù, che è inviato dal Padre a portare la salvezza a tutti i popoli.

Nel giorno del nostro battesimo il Padre ha pronunciato su di noi:

Tu sei il figlio mio (la figlia mia), l’amato/a, in te ho posto il mio compiacimento.

Questa voce del Padre ci fa tremare dalla gioia e viene spontaneo cantare con santa Maria:” l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore

Quando Dio seduce, inquieta e mette un forte desiderio di amare come sa amare Lui. Guardiamo con stupore ciò che Dio fa per noi:

le annunciazioni che riceviamo attraverso la creazione e le intuizioni che ci vengono dalla nostra coscienza illuminata dallo Spirito.

Non perdiamo tempo in fantasie inutili, non turbiamoci di fronte a incomprensioni e a contraddizioni, non guardiamo ciò che fanno o non fanno gli altri, cerchiamo invece di contemplare il bello e il positivo, che è in noi e negli altri, senza perdere mai la pace interiore.

Quanto più diventiamo figli del Padre celeste tanto più scopriremo che tutti gli uomini sono nostri fratelli.

Fra Nando M. Perri

frate dei Servi di Maria, priore della comunità di Monte Senario

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 9 Gennaio 2022

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