Rifondazione di Borgo su ddl Cirinnà: “La stesura finale ha il sapore della beffa”
BORGO SAN LORENZO – Pubblichiamo integralmente la dichiarazione di L’Altra Borgo – Rifondazione Comunista in merito alle unioni civili.
Cominciamo segnalando che gli unici paesi dell’Unione europea che non prevedono le unioni civili o i matrimoni omosessuali sono, Polonia, Bulgaria, Romania e Italia.
L’Italia arriva ultima fra i partner europei ad approvare una legge sulle unioni civili, grazie ad una politica sempre troppo vicina alla “filosofia del Family Day”, al quale nel 2007 partecipava anche l’attuale Presidente del Consiglio Renzi.
Lo stesso Matteo Renzi che aveva presentato il DdL Cirinnà come irrinunciabile e non passibile di modifiche o aggiustamenti, per poi permettere lo stralcio degli articoli più importanti dello stesso.
Sono infatti stati cancellati, per poter ottenere i voto delle destre e l’approvazione del DdL, l’ultima parte dell’articolo 3 e l’intero articolo 5, che facevano riferimento alla stepchild adoption, ovvero la possibilità di adottare il figlio biologico del partner, creando finalmente una forma di tutela per i minori.
Ci chiediamo perchè non sia stata chiesta subito la fiducia sul DdL completo, anzichè attendere la defezione del M5S per poi dover andare a chiedere la fiducia su un testo privato della sua parte essenziale.
Il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili ci trova favorevoli in quanto prevede l’iscrizione di due persone maggiorenni anche dello stesso sesso nel registro comunale delle unioni civili, allargando finalmente alcuni diritti a tutte e tutti a prescindere dall’orientamento sessuale, ma giudichiamo questo un passo insufficiente, perchè non tiene più conto dei diritti dei bambini, che non possono subire un trattamento iniquo da parte dello Stato a causa del genere o dell’orientamento sessuale dei genitori o del singolo genitore. Vorremmo aggiungere che il DdL Cirinnà già ci trovava comunque critici in quanto non prevedeva le adozioni per coppie dello stesso sesso.
Abbiamo votato a favore dell’ordine del giorno presentato dal gruppo di maggioranza per i principi che vengono espressi nel decreto di legge, non certo per la modalità di discussione e analisi dell’argomento all’interno del parlamento.
Siamo inoltre molto preoccupati per quella che è diventata la stesura finale, frutto di una mediazione fatta al ribasso e di un infelice accordo con il NCD, che snatura un DdL già insufficiente; quello che verrà approvato sarà un testo timido, privato delle sue parti più importanti, che non accontenta nessuno, a parte le destre, e che ha il sapore della beffa, del contentino, per tutti coloro che aspettavano che venissero loro riconosciuti dei diritti fondamentali come avviene in tutti i paesi civili.
Infine, la legge è stata approvata dal Senato «senza obbligo di fedeltà». Tutti sappiamo che l’obbligo di fedeltà è pura teoria anche nei matrimoni religiosi o civili, però nessuno chiede che venga tolto; ci sembra l’ennesimo goffo tentativo di far si che le unioni civili non somiglino troppo ad un “vero” matrimonio.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 marzo 2016