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Storie mugellane. La voce di una madre ferita per il licenziamento della figlia

Posted On 25 Gen 2023
By : Nicola Di Renzone
Comment: 0
Tag: Borgo San Lorenzo, lavoro, Ronta, Rsa Beato Angelico

Foto di repertorio

BORGO SAN LORENZO – Raccontare una storia di sofferenza è sempre difficile, lo è di più quando coinvolge i sentimenti di un giovane o di una giovane donna. Un universo in via di formazione che, specie quando si tratta di persone con fragilità, racchiude in sé un delicatissimo equilibrio. Ecco perché si tratta di storie nelle quali entrare con estremo rispetto e delicatezza.
Purtroppo nei giorni scorsi (articolo qui) abbiamo dovuto seguire il caso di una ragazza rimasta senza lavoro per inseguire la prospettiva di un avvicinamento che alla fine non c’è stato. Secondo la società Anni Azzurri (che gestisce la Rsa mugellana in cui si sono svolti i fatti) non c’erano le condizioni per proseguire questo rapporto di lavoro appena iniziato. Una posizione legittima, certo. D’altra parte quando si parla di lavoro sono tante le variabili che entrano in gioco.
Una posizione che però ha profondamente ferito la madre di questa ragazza, che nuovamente ha scritto al nostro giornale:

Innanzitutto grazie per aver dato voce ad una nostra sofferenza familiare… Vi assicuro che non sempre accade…
Detto questo ho letto la risposta della struttura ed anche se in un primo momento avevo pensato di lasciar perdere perché non sono tipo da polemica e poi perché penso che di fronte a sciocchezze riferite preferisco sorvolare (di solito più ci si avvicina alle nefandezze e più ci si mette sullo stesso superficiale piano) ripensandoci ho detto a me stessa che la cosa non poteva finire così con una distorta interpretazione della realtà… Lo devo in primis a mia figlia e poi a tutte quelle persone fragili di cui una parte della società continua ad approfittare infischiandosene della sofferenza provocata ed anzi girando il coltello nella piaga.

Andiamo al dunque. Nella loro risposta dicono: “Per la natura stessa del nostro lavoro abbiamo una specifica sensibilità per il mondo della fragilità verso la quale abbiamo il massimo rispetto che dimostriamo anche applicando in modo equo la normativa contrattuale a quelli che sono – a tutti gli effetti – lavoratori e lavoratrici…”

Visto come si sono svolti i fatti è palese che hanno certamente applicato la normativa ma dire che hanno una specifica sensibilità verso la fragilità è una colossale presa per i fondelli!
La cosa però che mi ha fatto veramente prima incavolare e poi intristire è che si sono permessi di aggiungere: “I tutor incaricati di seguire l’inserimento in azienda hanno ritenuto che non ci fossero i presupposti per un’esperienza lavorativa che potesse risultare di soddisfazione per la stessa interessata, ancor prima che per l’azienda”.

Come si sono permessi di giudicare se per mia figlia questa esperienza potesse essere non soddisfacente? In base a quali criteri? Se ci avessero date motivazioni valide le avrei accettate e ne avrei fatto tesoro ma così proprio NO, far passare la cosa come un non starci bene di mia figlia non posso accettarlo perché ogni volta che tornava a casa lei era felice e soddisfatta e mi raccontava che si trovava proprio bene e stava instaurando buoni rapporti anche con gli ospiti! Quindi non mi si parli assolutamente di “reciproche aspettative” quanto piuttosto di sterili ragionamenti aziendali per il massimo profitto sulla pelle di un soggetto fragile… Abbiamo il coraggio di chiamare le cose con il loro nome!

Detto questo per me la questione è definitivamente chiusa! È stata per mia figlia un’ esperienza devastante dal punto di vista dell’autostima ma grazie al cielo al suo fianco c’è una famiglia che la sostiene e la supporta.
Ho voluto rendere pubblico questo episodio in primis perché a noi genitori ci ha fatto davvero tanto male e poi perché spero possa servire a tanti giovani che si affacciano sul mondo del lavoro ed a loro dico “non vi fidate mai al 100% chiedete sempre e fatevi mettere per iscritto le loro dichiarazioni, almeno avrete qualcosa su cui appellarvi in caso di malafede degli stessi”! Ringrazio ancora la Redazione ed a tutti Auguro di poter vivere secondo i valori che sono propri di una società che si dichiara civile!

( Rubrica Dai Lettori – Maria Campana)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 Gennaio 2023

 

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