FIRENZUOLA – Domenica 3 luglio si è svolta la tradizionale commemorazione al “Sasso di San Zanobi “ alla presenza del sindaco di Firenzuola Claudio Scarpelli e di Don Francesco, parroco “novello”, in onore del primo vescovo di Firenze e la conseguente “socializzazione” a cura delle comunità di Caburaccia e Piancaldoli. Secondo la leggenda nel IV secolo, il vescovo sant’Ambrogio di Milano si incontrò col vescovo di Firenze san Zanobi, vicino a Malomonte, dove quest’ultimo si era recato per la sua opera pastorale. In seguito a questo incontro, san Zanobi sentì raddoppiare le proprie forze ed ottenne nuove conversioni nella zona tra la Diaterna, Caburaccia e l’Idice.
Il diavolo convocò allora un concilio infernale, per stabilire il modo di porre termine alle conversioni e propose a san Zanobi una scommessa, secondo la quale chi avesse portato dall’Idice fino alla cima della collina il più grosso macigno sarebbe stato il vincitore e avrebbe preso tutte le anime. San Zanobi si affidò a Dio e firmò questo patto. Il demonio raccolse un macigno e se lo mise sulle spalle con molta fatica e si incamminò, San Zanobi raccolse un macigno molto più grande sollevandolo con leggerezza e tenendolo sul dito mignolo e, superato il diavolo, lo posò nel luogo dove oggi si trova. Il demonio allora vedendo che aveva perso la scommessa andò su tutte le furie e gettò il suo macigno che andò in frantumi fra fuoco e fiamme. Quest’ultimo masso è il Sasso della Mantesca, situato a non molta distanza dal Sasso di San Zanobi, nella vicina Valle del Sillaro. Per celebrare quindi questo episodio straordinario, ogni anno si tiene la messa presso il Sasso a seguire una breve processione ed una merenda per tutti i partecipanti.“Una splendida manifestazione – dichiara Claudio Scarpelli, sindaco di Firenzuola – alla quale ogni anno l’amministrazione partecipa volentieri. Si tratta sempre di una bella giornata di commemorazione religiosa e socializzazione in un posto meraviglioso, ricco di panorami bellissimi e fascino. Ciò che mi rende ancora più felice è che dopo tanti anni questa rimane una manifestazione ancora fortemente sentita dalla popolazione, non solo nelle zone di Caburaccia e Piancaldoli, ma in tutta la vallata”.
Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 luglio 2016