La Via degli dei vista da chi fa ospitalità. Daniele Farnetani: “Una grande opportunità”

Da sinistra l’assessore di Firenzuola Ambra Menichetti, quello di Scarperia e San Piero Pietro Modi e Daniele Farnetani
MUGELLO – Sabato 8 Marzo nel cinema di Sasso Marconi si è tenuta la festa della Via degli Dei (articolo qui). All’iniziativa è intervenuto anche Daniele Farnetani, presidente dei Confesercenti Mugello e titolare del camping Il Sergente, punto tappa molto conosciuto dai frequentatori del noto percorso trekking. Riportiamo di seguito il suo scambio di battute con il presentatore della serata.
Quanto è importante credere in questi percorsi? Che ruolo hanno avuto durante periodi difficili come la pandemia?
“Molto importante, la nostra è una piccola struttura in Appennino, che vive di turismo: qui il primo percorso trekking è stata la Gea, “Grande escursione appenninica”, promossa dalla Regione Toscana. Forse i tempi non erano maturi – erano gli anni Ottanta -, e dopo una prima fase positiva, il meccanismo entrò in crisi a causa della mancata manutenzione dei sentieri e della mancanza di promozione del percorso, che attualmente è parte dello 00, il sentiero Italia. La differenza tra la Gea e la Via degli Dei l’ha fatta il CAI, che si è assunto l’onere di mantenere i sentieri, e ai tempi della Gea mancava uno strumento come Appennino Slow che ha tirato la fila e promosso a livello nazionale e internazionale la Via degli Dei, facendo da collante tra enti pubblici delle due regioni e strutture private. Da soli gli operatori non ce la fanno, non possono mantenere i sentieri, noi cerchiamo di dare ospitalità e darla nel miglior modo possibile, però ci vuole una collaborazione più ampia, come è stato fatto in questo caso da Appennino Slow e dal Cai.
Il 2020 è stato un periodo difficile, ce lo può raccontare?
“Posso garantire che se non c’era la Via degli Dei noi, nel periodo del Covid, avremmo dovutochiudere. C’era tanta paura, non c’erano gli stranieri. Anche gli stanziali, quelli che vengono per fare la villeggiatura, mancavano, oppure c’erano ma non venivano neanche a prendere il caffè per la paura del contagio”.
Come sono cambiati i frequentatori tra la Gea e la Via degli Dei?
I frequentatori della Gea erano esperti ed attrezzati, e non si perdevano nel bosco, con la Via degli Dei è arrivata la massa. Occorre dire che la Via degli Dei ha portato un grosso indotto per le aree marginali e interne, sia emiliane che toscane. E’ stata una opportunità nuova, un tipo diverso di turismo che ha reso linfa alle strutture ricettive che negli anni ’70 e ’80 si reggevano sui villeggianti, poi venuti a mancare, perché è finita l’abitudine della villeggiatura estiva. Ora invece il piccolo borgo di Sant’Agata e i suoi esercizi commerciali hanno ripreso fiato, lo stesso vale per San Piero, Vaglia, Bivigliano. Non è più solo l’autodromo a portare turisti in questi paesi. La Via dei Dei ha allungato la stagionalità, prima si lavorava col caldo delle città d’arte, che spingeva i turisti a venire a frescheggiare in montagna, ora con la Via degli Dei la stagione parte da metà marzo e arriva anche alla fine di ottobre, meteo permettendo.
È un turismo che non consuma territorio, e non è caotico e congestionato come quello di Firenze. Riesce a dar linfa a tutto il territorio. Ce ne vorrebbero tanti, di questi sentieri. E su questo dico che a mio giudizio più sentieri non si fanno concorrenza. Anzi, ben vengano Flaminia Militare, Orme del Mugello, Via di Dante: consentono di ampliare e differenziare l’offerta. E l’escursionista può fare un anno dopo un percorso, e l’anno successivo tornare in Mugello per sperimentare un altro sentiero.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 12 Marzo 2025