“Caro sindaco, dove sono finiti i valori e la solidarietà?”. La risposta degli abitanti di Morlione a Borchi
VAGLIA – Lunedì 20 giugno un abitante della frazione Morlione nel comune di Vaglia ci aveva inviato una lettera per rendere noto che il suo paese, a causa della demolizione di un ponte costruito abusivamente negli anni ’80, era rimasto isolato, coi tutti i problemi che ne conseguono (articolo qui). A questo appello il sindaco Leonardo Borchi ha risposto che “pur capendo il disagio i tempi di appello sono scaduti e quindi seppur a malincuore la legge deve essere applicata” (articolo qui). Pubblichiamo a seguito la risposta di Debora Vannini, residente nella frazione, al commento del sindaco.
E’ vero che noi siamo stati lenti nel muoverci e presentare i progetti, ma il signor sindaco si ricorda che le persone citate nelle varie ordinanze emesse dal comune variano dalle dieci alle quindici, a seconda di quanto caffè aveva bevuto chi le scriveva? Ha idea di cosa significhi mettere tutti d’accordo, suddividere le spese in base a chi possiede le abitazioni, chi i terreni, chi vive all’estero? Consultare tecnici e legali per capire a chi spettasse pagare cosa e a chi no? Si ricorda che l’istituto di sostentamento del clero, proprietario di terreni di là del ponte, e quindi nella nostra stessa situazione, non è mai stato nominato nelle ordinanze? Ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B? Per forza che ci siamo mossi lentamente. Lui dice dovevate pagare il canone demaniale. E anche se l’avessimo fatto? Il ponte come per magia non sarebbe stato più un abuso? Bene sa invece che ci hanno preventivato 70.000 euro di spesa per rifare il ponte a norma, progetto che probabilmente sarebbe stato bocciato dalla sovrintendenza perché d’insostenibile impatto ambientale. Quassù c’è chi fa fatica ad arrivare in fondo al mese. Dove sono finiti i valori della sinistra, la solidarietà e l’aiuto verso i più deboli? Non si rende conto che così ci hanno messo in croce?
Lui dice di ripristinare il guado e passare nell’alveo del fiume con la macchina. La legge regionale 21/2012 non lo consente. Quindi ci invita a commettere un reato!
Oltretutto si parla di un torrente, che a seguito della TAV e dei cambiamenti climatici, è soggetto a piene improvvise e pericolose. Si rende conto che ci invita a mettere a rischio la nostra incolumità?
Poi sinceramente, possiamo disquisire quanto vuole di leggi e cavilli legali, sta di fatto che ha costretto all’isolamento cinque famiglie composte da pensionati, lavoratori, bambini di cui uno in cura al Meyer per un linfoma, un medico chirurgo cardiovascolare soggetto a reperibilità ed una diabetica insulino-dipendente.
Qualunque aiuto esterno è precluso. Se qualcuno quassù si sente male, non ci atterra neanche l’elicottero. Se questo qualcuno ci lascia le penne chi se la prende la responsabilità?
(Rubrica Dai Lettori Lettere e Raccontalo con una foto – Debora Vannini)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 giugno 2016