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Paracadutismo, sport nazionale
MUGELLO – Fra un mese anche il Mugello andrà alle urne per le elezioni politiche. Adesso è il momento per le presentazioni dei candidati. Saranno pochi gli indigeni o comunque quelli legati davvero al territorio. Quasi tutti arrivano paracadutati da altri collegi elettorali. Il Mugello è considerato un feudo blindato, con elezione garantita per chi si presenti sotto le ali della maggioranza. Uno scenario allegorico, tuttavia avvilente e ripetitivo. In ogni caso legittimo e democratico.
Finirà il carnevale convenzionale poi, subito dopo, senza riprendere fiato, prenderà il via la kermesse elettorale. Insomma, sarà la continuazione degli esercizi carnascialeschi, fra programmi onirici e promesse da imbonitori consumati. Questa è la politica di oggi. Vale per tutti i concorrenti, o meglio per i pretendenti al seggio romano. Nessuno escluso. E con la certezza della mancanza di un sentimento comune, il pudore.
Nessun rispetto per il territorio e per la sua popolazione. Scelte calate dall’alto, intendiamoci, ben al di sotto delle intercessioni spirituali, comunque fatte senza poggiare i piedi per terra e cercarne il contatto. Così il politico di riferimento del Mugello, fatta salva la riproposizione di un Big Bang in chiave elettorale, che scompagini la tradizione delle passate consultazioni, sarà un romano, Roberto Giachetti, attuale vice presidente della Camera dei Deputati.
Non è questa la sede per metterne in discussione esperienza e capacità. Con toni di sintesi e di rispetto verso la persona, diciamo che sicuramente avrà le carte in regola per rappresentare gli elettori che lo voteranno, ci mancherebbe. Un riconoscimento che vale per lui e per tutti gli altri che si cimenteranno nella sfida. Con questi ultimi, probabilmente, destinati a comprimari e ad immolarsi sull’altare della sconfitta, più o meno dignitosa.
Il collegio elettorale mugellano ha sempre garantito un seggio sicuro alla maggioranza politica che ne ha espresse le candidature uninominali o di capilista. Tecnicamente un collegio blindato, di per sé un paracadute collaudato. E chiunque vi sia stato paracadutato, sia pure con mugugni e mal di pancia degli elettori, l’ha spuntata. Da Stefano Rodotà a Pino Arlacchi, da Antonio Di Pietro a Marco Rizzo, tutti parlamentari eletti in Mugello e dei quali poco si ricorda del loro impegno verso il territorio. Effetti di una politica post feudale. Sodali nominati sempre per censo, un tempo avallati dalla disciplina di partito, oggi dagli intrecci amicali e di cordata.
Un copione riadattato, ma sempre con la stessa sceneggiatura. Candidati che si muovono con leggerezza, come stelle da palcoscenico, fra negozi, mercati, attività artigianali e industriali. Strette di mano, sorrisi e foto di rito, promesse e in qualche caso giuramento di fedeltà al territorio. Poi, l’immancabile tributo alla bellezza dei luoghi e ai sapori della cucina locale, con l’apoteosi davanti ad un piatto di tortelli. Tutto ciò non è però un’esclusiva del Mugello. Il paracadutismo elettorale ormai è uno sport nazionale, diffuso ovunque con giustificazioni e argomentazioni esoteriche, spregiudicate.
Sicché niente di nuovo, una storia già consumata. Paracadutato su questo territorio, Roberto Giachetti, rappresenterà il Mugello. Dopo l’insuccesso nella tornata delle elezioni municipali capitoline, allarga i suoi orizzonti geografici, rivedendone l’epitaffio programmatico, da un rivisitato “O Roma o Orte!” a “O Roma o il Mugello!”.
Gianni Frilli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 4 febbraio 2018
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