Incentivi per lo sviluppo economico e produttivo del Mugello. Le proposte del presidente del Banco Fiorentino Paolo Raffini
MUGELLO – Quando si parla delle prospettive di sviluppo del Mugello, delle difficoltà da superare, della situazione economica locale, l’istituto bancario più radicato del territorio, ovvero il Banco Fiorentino –l’ex-Banca del Mugello- del Credito Cooperativo, è osservatorio privilegiato. Per questo parliamo oggi con il presidente del Banco Fiorentino, il firenzuolino Paolo Raffini, a proposito dei temi sollevati di recente, in un’intervista al Filo (leggi qui), dal presidente di Confindustria Mugello-Valdisieve Fabio Boni, relativi allo sviluppo del Mugello.
Quali sono, a vostro giudizio, le prospettive di sviluppo per nostra zona? E a che cosa sono legate? Credo che lo sviluppo del Mugello richieda di una serie di interventi che anche Boni ha sollecitato nella sua intervista. Bisogna indubbiamente creare le condizioni affinché nuove imprese vengano a investire nella nostra zona. E perché ciò avvenga occorre prima di tutto migliorare le infrastrutture e la rete viaria. Poi io sono convinto, ed è un appello che rivolgo alle istituzioni locali, che sia necessario creare condizioni di vantaggio che convincano gli imprenditori a venire in Mugello: incentivi fiscali e defiscalizzazioni per un certo periodo di tempo, la creazione di aree e piani specifici per gli insediamenti produttivi, in modo da semplificare tutto, semplificare gli iter burocratici, semplificare la logistica. Tutto ciò potrebbe attrarre in Mugello alcune iniziative imprenditoriali, anziché dirigersi verso la piana fiorentina. Certamente ognuno deve fare la propria parte: e anche la nostra banca la farà, per sostenere le iniziative meritevoli. Ma prima occorre creare le condizioni affinché le imprese si spostino qua. E ha senz’altro ragione Boni quando indica, come forma di industria più adatta al Mugello quella medio-piccola, l’impresa legata al settore dei servizi, della minuteria, dell’agroalimentare –visto che l’ambiente mugellano è garanzia di salubrità e qualità dei prodotti-”.
Ma i punti di debolezza ancora non mancano… Intanto stiamo soffrendo gli strascichi di una crisi che continua a permanere. Questo provoca un atteggiamento molto prudente da parte degli imprenditori nell’investire e nell’intraprendere nuove iniziative. D’altro canto devo ammettere che c’è anche da parte del sistema bancario un atteggiamento prudente, perché in questo periodo, in cui doverosamente si sono sostenute le iniziative territoriali, qualche difficoltà e qualche sofferenza l’abbiamo incamerata, e quindi oggi c’è ancor maggiore accortezza nel sostenere iniziative che non siano ben supportate da un piano in grado di reggere”.
Non siamo dunque fuori dal tunnel? Timidi segnali di risveglio ci sono. Imprenditori che investono in attrezzature e nuovi impianti, che realizzano nuovi capannoni o li prendono in affitto: sono segnali positivi di crescita, soprattutto nel turismo, nella minuteria metallica, oltre a quei settori più propensi all’esportazione. Purtroppo tutto questo per ora non si ripercuote su un miglioramento dei livelli occupazionali. E vedo difficoltà soprattutto nell’impiegare i giovani.
La Banca del Mugello, con la fusione, si è affacciata decisamente su una realtà più ampia, metropolitana. E allora è forse possibile fare un confronto: riscontrate differenze tra l’imprenditoria mugellana e quella fiorentina? Indubbiamente in Mugello ci sono imprenditori vivaci e capaci, che hanno una belle esperienza e un bel prodotto. Ma è indubbio che nella piana fiorentina vi siano condizioni più favorevoli sul piano infrastrutturale, e anche la vicinanza a Firenze li aiuta molto, anche dal punto di vista degli sbocchi commerciali e della maggiore facilità nel trovare figure professionali di un certo tipo e di un certo livello.
Parliamo di formazione. Come stiamo da questo punto di vista in Mugello, e cosa dovremmo fare? Sulla formazione dobbiamo puntare tutti, e le istituzioni ci devono investire di più. In particolare, sul piano locale, occorre creare una maggiore sinergia, raccordare i vari soggetti, soprattutto per individuare quali siano le figure necessarie per il nostro territorio, e su quelle puntare. Faccio un esempio pensando al settore della pietra serena, a Firenzuola: stanno scomparendo gli addetti alla lavorazione, i vecchi scalpellini. Sarebbe allora importante trovare un raccordo tra istituzioni, scuole, associazioni di categoria, e anche la banca potrebbe fare la propria parte, per dare una risposta formativa in grado di formare nuovi addetti.
Un’ultima domanda, sul rapporto che il Mugello ha in questo momento con Firenze…. Vedo ancora una certa difficoltà nel farci percepire per quello che siamo: un’area vicina alla città, e che ha opportunità da offrire alla città. Su questo, sulla difficoltà a presentarci per quello che siamo e per quello che possiamo offrire, abbiamo responsabilità anche noi mugellani. Boni in tal senso ha ragione: il Mugello, pur essendo limitrofo a Firenze viene visto talvolta dalla città e dalla piana come una sorta di contado; non lo siamo, siamo zona vivace, bella, intraprendente, ma non siamo stati ancora capaci di promuoverci adeguatamente. Rivendichiamo sì la nostra territorialità, ma a volte c’ è il rischio di isolarci un po’, di renderci davvero contado.
D’altro canto è anche vero che la città si è concentrata, per gli incentivi e per gli investimenti, su altre zone, penso alla piana fiorentina, penso alle zone di Scandicci e di Signa, che hanno avuto l’opportunità di esser dotati di infrastrutture viarie che certamente hanno spinto lo sviluppo. In questo senso per incentivare la voglia di intraprendere nel Mugello occorre modernizzare viabilità e trasporti, rafforzando anzitutto la rete ferroviaria, migliorando gli orari, le condizioni dei treni. Oggi leggiamo di troppe criticità. Faccio appello alle istituzioni, che hanno il dovere e il potere di decidere su questo ambito, di metterci un impegno forte e determinato, nell’interesse di tutta la zona e delle sue prospettive di sviluppo.
Le interviste del “Filo” sul tema dello sviluppo del Mugello:
Fabio Boni, presidente di Confindustria Mugello
Paolo Aglietti, segretario CGIL zona Mugello
Massimo Capecchi, presidente CNA Mugello
Massimo Biagioni, direttore regionale Confesercenti
Paolo Raffini, presidente del Banco Fiorentino
Paolo Omoboni, presidente dell’Unione montana dei Comuni del Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 maggio 2017