Castagno d’Andrea cresce grazie ai migranti. Il paese dà il benvenuto a Bruno e Kayla
CASTAGNO D’ANDREA – A luglio 2023, il piccolo borgo di Castagno d’Andrea contava solo 180 anime, poi sono arrivate sessantasei persone nuove. Non profughi, ma una ventata di aria fresca. Sì perché il piccolo paesino era destinato a scomparire, senza nuove nascite e con più persone pronte ad abbandonarlo che il contrario, poi sono arrivati nuovi abitanti. Tra loro ci sono Antoine e Christelle e Catherine e Namkan che recentemente hanno dato alla luce due splendidi bambini: Bruno e Kayla, come si legge sulle pagine del “Corriere Fiorentino”.
Bruno, come il parroco del territorio, don Bruno Brezzi, che ha preso sotto la sua ala i neo genitori, li ha accompagnati alle visite ed infine, al momento del travaglio, all’ospedale. Kyla, invece, significa mare, quel mare che per loro è stato luogo di paura ma anche di speranza ed alla fine di salvezza.
Erano anni che non nascevano bambini a Castagno d’Andrea e poi, in pochissimo tempo, sono arrivati due piccoli, nell’arco di un mese. Queste sessantasei anime non hanno ridato vita solo ad un albergo chiuso da ormai dieci anni, ma anche ad un borgo la cui fine, ormai, era segnata. Così il paese è tornato a vivere, così come l’hotel Falterona che non è solo un luogo in cui dormire ma anche di apprendimento, con la sala ristorante utilizzata per imparare l’italiano, grazie alla disponibilità di molti insegnanti. Tra loro Luana Collacchioni, maestra alla scuola primaria di Dicomano che ogni sera si reca al Centro d’Accoglienza, non importa quanto sia stanca.
Ed anche i residenti hanno accolto a braccia aperte i migranti, donando loro vestiti, giocattoli, quaderni, libri…l’ex cinema parrocchiale, anch’esso chiuso da anni, ha riaperto ed è diventato un bazar, dove i cittadini hanno portato i loro doni ed i profughi possono trovare quello di cui hanno bisogno.
E si sa, le buone azioni tornano sempre indietro, e così la mensa di San Godenzo ha assunto tre nuove persone per riuscire ad incrementare la produzione di cibo, che poi viene distribuito nella struttura di accoglienza, stessa cosa alla Misericordia che ha creato due nuovi posti di lavoro, due operatori che lavorano al centro.
E se all’inizio, l’arrivo di tanti migranti ha spaventato e preoccupato alcuni residenti, adesso si parla di concittadini e non di migranti di “vera integrazione” e non di “sostituzione etnica”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 18 Marzo 2024
Ottimo esempio di integrazione con il territorio. La lontananza da Firenze e da cattive compagnie dà i suoi frutti.
Bellissima notizia! Ecco quali sono i frutti buoni e arricchenti dell’accoglienza, della generosità e dell’apertura dei cuori e delle menti. Nuovi cittadini e cittadine vengono a rianimare e ripopolare i piccoli borghi, quasi abbandonati, e donano speranza di vita ad una comunità che stava per spegnersi!