“Con la Syria”, la fiaccolata a San Piero per “la Pace ad ogni passo”
SCARPERIA E SAN PIERO – Quasi duecento persone hanno partecipato alla manifestazione di ieri sera domenica 9 aprile all’area Festa di San Piero a Sieve. Un evento di solidarietà verso il popolo siriano e verso tutte quelle genti che hanno pianto le vittime delle stragi, un ideale abbraccio collettivo dal Mugello. “Con la Syria” è stato un evento organizzato dalla rete Sprar locale a cui hanno aderito istituzioni, la Caritas, la parrocchia e la ProLoco di San Piero, il Centro culturale islamico mugellano, le associazioni Progetto accoglienza, il Cenacolo, Il Mulino, il Circolo Insieme, l’Anpi, il Tempio della Pace, Kontatto, L2 Mugello, il Crs, Beecom, Tessere culture, Sguardo d’amore. Migranti e cittadini insieme, laici, credenti, cattolici e mussulmani, con il sostegno e la presenza delle Forze dell’ordine Vigili e Carabinieri, hanno disegnato, ognuno contribuendo con una candela accesa, una colomba con un ramoscello d’ulivo, in segno di solidarietà, di vicinanza e di speranza.
“Ho pensato di leggervi un passo della Bibbia, dal profeta Isaia – ha detto don Antonio Cigna pievano di San Piero – che recita: ’ Temete, o spensierati, e cingetevi i fianchi di sacco. Battetevi il petto per la terra del mio popolo, nella quale cresceranno spine e pruni. Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino, perché nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Praticare la giustizia porterà la pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre, il mio popolo abiterà in una dimora di pace’”. Un contributo che ha stimolato quello di un ragazzo dello Yemen: “Sapete che cosa significa sentire le bombe? Mi auguro di non sentirle mai in Italia. Basto poco per perdere la pace e la tranquillità. Non esiste una guerra santa, dobbiamo coltivare la pace ad ogni passo della nostra vita, nella nostra società, con il nostro vicino, sia di confine, sia di nazione, sia esso in Syria, sia in Yemen”.
“Siamo così abituati a sentire le notizie di stragi – commenta un membro della comunità islamica mugellana – che quasi sembra normale parlare di 30, 40 vittime, città distrutte. Invece non lo è. Ci ferisce moltissimo sapere di chiese bruciate in Egitto, perché tutti abbiamo un nemico comune che si chiama terrorismo. Io sono somalo. In Somalia hanno fatto saltare un albergo, sono morte decine di persone. Questi assassini non hanno niente a che fare con l’Islam, uccidono i cristiani come uccidono i mussulmani. Loro usano l’Islam per dividere, fanno una guerra di religione che non esiste. Noi siamo i primi a soffrirne, con voi. Credetemi: il sangue dei mussulmani che è stato versato non lo potete neanche immaginare, è un numero altissimo”.
“Quando ho pensato a questa serata – ha detto il vicesindaco di Scarperia e San Piero Francesco Bacci – mi è tornato in mente il libro ‘L’inutilità della guerra’. In questo volume c’è un passaggio che mette a paragone guerra e pace come utopia e realismo. In sostanza la guerra è l’utopia di chi vorrebbe risolvere i problemi del mondo con le armi, ma li complica e ne crea altri, di chi vuole generare la vita e una prospettiva di sicurezza attraverso la morte e la distruzione. La pace invece è il realismo di una esistenza serena nella quale le divergenze del mondo si discutono e si risolvono intorno ad un tavolo, l’unica prospettiva felice da poter lasciare ai nostri figli. L’autore del libro era Igino Giordani, che fu parlamentare italiano, un costituente che provò sulla pelle la Prima e la Seconda guerra mondiale. Attraverso lo scritto ha affermato una cosa molto semplice: la guerra non ha altri risvolti, serve solo ad uccidere. Le uniche condizioni di vita giuste e buone le crea solo la pace, che permette a tutti, atei, credenti, cattolici e mussulmani, di vivere e di prosperare in serenità”.
Massimo Mugello e Kemo Touray
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 aprile 2017