Crisi Cooperativa San Lorenzo: il presidente spiega e attacca la CGIL
BORGO SAN LORENZO – Acque agitate alla San Lorenzo. Nella giornata di ieri 23 dicembre 2016 la CGIL ha diffuso una nota dove ha annunciato l’intenzione della storica cooperativa borghigiana di licenziare ben sette dipendenti.
Secondo il sindacato la San Lorenzo – Pam, dopo aver registrato un calo costante di vendite, avrebbe aperto una procedura di licenziamento collettivo per “una riduzione di personale per un totale di 7 unità”. La Filcams CGIL, fortemente preoccupata della situazione, ha annunciato che la prossima settimana sarebbe stato fissato “un primo incontro previsto dalla procedura e noi – ha detto il sindacato – proporremo di adottare tutte le possibili forme di solidarietà per evitare la perdita dei posti di lavoro anche se la situazione rimane critica e qualsiasi soluzione non sarà indolore”.
Sulla situazione delicata abbiamo sentito il presidente della San Lorenzo – Pam l’avvocato Stefano Magherini, che ha risposto ad alcune domande per fare chiarezza sulla vicenda.
Inquadriamo un po’ la situazione. Parliamo delle difficoltà della cooperativa. Nel 2016 abbiamo registrato un calo di vendite, che devo dire essere strutturale a tutta la grande distribuzione, che ha colpito anche noi e ha determinato una sproporzione tra l’indice di costo dei dipendenti per il volume delle vendite. Tengo a precisare che come costo dei dipendenti viaggiamo al 17%, altri all’11%, perché negli anni abbiamo fatto una politica non di reddito ma di ridistribuzione dei guadagni, proprio per mantenere i livelli occupazionali. Purtroppo oggi siamo arrivati ad un punto che non è più possibile mantenere questa politica aziendale, dobbiamo rimettere a posto i conti e stiamo ancora valutando che cosa fare.
Quindi nessuna cattiveria da parte della cooperativa San Lorenzo ai dipendenti? Assolutamente no, semmai la cattiveria è del signore del sindacato che ha mandato il comunicato il 23 dicembre alla vigilia degli acquisti per Natale, quando sono mesi che ne parliamo. Spiego meglio. Il 15 settembre scorso abbiamo convocato i dipendenti con il proprio consulente del lavoro e l’avvocato che sta seguendo questo problema con la richiesta specifica di accettare dei contratti di solidarietà, proprio al fine di evitare i licenziamenti. In sostanza, ogni dipendente dovrebbe accettare di abbassarsi le ore di lavoro, così io azienda recupero i costi dello sbilancio e non licenzio Non abbiamo avuto riscontri dal personale. Così l’11 ottobre abbiamo avuto un primo incontro con la CGIL. Nell’occasione abbiamo illustrato i fatti, con le nostre difficoltà e le nostre necessità. Il rappresentante del sindacato ha avuto un incontro con i dipendenti e quindi ci ha comunicato di non essere in grado di accogliere la proposta del contratto di solidarietà. Il 5 dicembre inviamo alla CGIL – e loro la ricevono il 12 – la richiesta di messa in mobilità, perché purtroppo ci è rimasta l’unica possibilità, non avendo le aperture che avevamo richiesto proprio per scongiurarla. Tengo a precisare che la Cooperativa San Lorenzo è in una fase di verifica contabile e in trattativa, non ha dichiarato il numero dei licenziamenti. Infatti chiede tutt’oggi una collaborazione proprio per non licenziare nessuno, ma se i dipendenti non l’accolgono, io sono tenuto a fare comunque quadrare i conti.
Le faccio una domanda delicata. Ma al di là del 2016, questo sbilancio è figlio ed erede di anni di errori gestionali? Non parlerei di errori gestionali nel passato. Semplicemente si subisce la crisi economica. La cooperativa ha sempre lavorato per mantenere i livelli occupazionali, adottando tutti i sistemi possibili che ora non è più fattibile praticare. Non parlerei di errori, perché negli ultimi anni abbiamo sempre aumentato le vendite del 4-5%. Lo squilibrio lo abbiamo registrato solo quest’anno.
E il motivo di questa difficoltà del 2016 a che cosa è dovuto? Alla fine è l’unico supermercato del paese, è una realtà storica, tutta borghigiana. I motivi sono tanti. C’è un calo dell’affluenza della clientela, pur avendo un aumento dello scontrino medio. Forse è attratta da iniziative di altri supermercati che, essendo anche loro in difficoltà, hanno praticato la via di una promozionalità più importante. Perché la Cooperativa non lo fa? Perché ricordiamoci che siamo un Davide contro Golia, che sono Coop e Conad. La San Lorenzo è una realtà locale e storica che combatte contro colossi che sono presenti sul territorio, di livello nazionale e anche oltre. Noi abbiamo sempre mantenuto i livelli occupazionali, fino adesso.
Torniamo all’occupazione. Avrete altri incontri con il sindacato? Il 28 di dicembre. Ma sinceramente non so con che animo potrò sedermi al tavolo di trattativa con il signore della CGIL che il 23 di dicembre ha inviato, proprio alla vigilia degli acquisti natalizi, un documento parziale agli organi di stampa. Non so che interessi abbia voluto tutelare, non certamente quelli dei dipendenti della Cooperativa San Lorenzo.
Massimo Mugello
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 24 dicembre 2016
Questo comunicato della CGIL fatto pubblicare due giorni prima del Natale puzza di marcio, Può darsi che la secolare Cooperativa sia un po in difficoltà, ma l’etica ( non della testata che obbligatoriamente deve pubblicare), era quella di una consultazione o di una attesa.,
Se era accaduto in altro similare supermercato due giorni prima di Natale,dove tutti attendono una maggiore vendita, sarebbe accaduto il finimondo. Ma tant’è; è la Cooperativa San Lorenzo!
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Al di la’ dei comunicati che possono essere stati emessi nel momento sbagliato, io non comprendo la posizione dei dipendenti che invece di far quadrato e cercare di evitare licenziamenti, riducendosi tutti l’orario di lavoro per salvaguardare l’occupazione ,rifiutano e accettano la proposta dell’azienda( che ovviamente a quanto sembra non ha altra scelta) di licenziare.I contratti di solidarieta’purtroppo non sono una bella cosa, ma se lo scopo e’ non mandare a casa 7 persone ben vengano…..
Al di la’ dei comunicati che possono essere stati emessi nel momento sbagliato, io non comprendo la posizione dei dipendenti che invece di far quadrato e cercare di evitare licenziamenti, riducendosi tutti l’orario di lavoro per salvaguardare l’occupazione ,rifiutano e accettano la proposta dell’azienda( che ovviamente a quanto sembra non ha altra scelta) di licenziare.I contratti di solidarieta’purtroppo non sono una bella cosa, ma se lo scopo e’ non mandare a casa 7 persone ben vengano…..