“Io e Dicomano, la sinistra e la destra”. Intervista al candidato Saverio Zeni
DICOMANO – La notizia, qualche giorno fa, ha colto molti di sorpresa (clicca qui). Saverio Zeni, borghigiano, editore di alcune testate online, che si candida a Dicomano con il centrodestra. A lui abbiamo rivolto alcune domande.
Cosa c’entra il candidato Saverio Zeni, borghigiano, con Dicomano?
“Possono esserci due risposte: una seria e una faceta, iniziamo da quella faceta. Probabilmente c’entra perché me lo hanno proposto, e quindi chiaramente possiedo delle doti che probabilmente anche io non conoscevo: è stato un elemento di gratificazione. Quella seria invece è la mia volontà di contribuire a portare un po’ d’aria nuova, con buonsenso, semplicità, umiltà. E con quelle competenze che ritengo di avere. Competenze che provengono non soltanto dalla professionalità, ma anche dal fatto che in Mugello ho dimostrato di mantenere in piedi una realtà editoriale, giornalistica, da 14 anni a questa parte, tenendo la barra dritta”.
E Zeni con il centrodestra cosa c’entra? Non eri di sinistra?
“Sono nato in un territorio principalmente votato alla sinistra, col partito comunista da una parte e la Democrazia Cristiana dall’altra. Io ho votato anche Partito Comunista, ho votato soprattutto per i valori, che normalmente si dice che vengono espressi dalla sinistra, però nel corso dell’ultimo ventennio questi valori sono stati estremamente disattesi dagli uomini della sinistra, mentre dall’altra parte piano piano c’è stato, anche se con difficoltà, un abbandono di gran parte dei riferimenti al fascismo. Io mi sono formato sugli uomini che hanno fatto la Resistenza, io sono per la Costituzione, e questo non c’entra nulla con essere di destra o essere sinistra. Dunque, cosa c’entro io con la destra? C’entro quanto c’entrano le privatizzazioni selvagge o il non difendere i lavoratori, con la sinistra”.
Chi ti ha proposto la candidatura?
Ho ricevuto la telefonata di un dirigente locale di Forza Italia, con il quale mi sento settimanalmente, che mi ha detto ‘Mi farebbe molto piacere se tu valutassi l’opportunità di candidarti a Dicomano”, e mi ha prospettato la possibilità che sul simbolo vi siano i simboli dei partiti. Io la vedo un po’ come uno ossimoro, ma se guardo la cosa sotto l’aspetto della comunicazione, campo nel quale penso di avere un po’ di esperienza, questo potrebbe essere lo spunto della novità. C’era anche la possibilità della lista civica, che però secondo me non è altro che un paravento per concetti comunque politici, quindi allora perché non essere trasparenti? Che poi, insieme alla coerenza e al buonsenso, è l’elemento che vorrei portare avanti”.
Quindi cosa ti ha spinto ad accettare, alla fine?
“Mi ha spinto la voglia di cercare di fare qualcosa nel campo della politica. Io non ho mai accettato quel populismo che dice che siamo tutti uguali. No, ci sono persone che spendono tempo, ci sono persone che fanno bene e persone che fanno male. A me non piace molto il carrierismo, cosa che purtroppo nell’ambito locale anche qui da noi è successa e succede, succederà sicuramente. Persone che conosci fin dal ragazzo, con le quali giochi insieme, con cui fai gli studi insieme. E che poi dopo vestono un ruolo, che sia politico o di altro genere, come fosse una divisa e vedi il cambiamento semplicemente per aspirazioni, interessi personale o di carriera. Torno sul concetto della semplicità: se sei capace di gestire un’attività, che sia un piccolo negozio o sia una grande azienda, puoi essere capace di amministrare un Comune, mettendo in evidenza le peculiarità di tutti coloro che vi lavorano, e cercando di andare al nocciolo dei problemi”.
Hai già parlato e scritto in merito all’assoluta separazione con il giornale che hai creato. Non pensi, soprattutto a livello locale, che sia un po’ imbarazzante per te e per il tuo giornale, fare questo passo?
“Ritengo di no, che non sia imbarazzante, ci ho pensato molto e per questa tornata elettorale come è successo anche per le altre, daremo spazio a tutti i comunicati, e così faremo anche per la mia candidatura. Il mio giornale è autonomo. Per la campagna elettorale utilizzerò soltanto il mio profilo personale su Facebook e il mio profilo personale su Instagram. Il giornale riceverà i comunicati stampa nello stesso modo come li ricevono tutti gli altri e dopodiché poi si pubblicheranno le notizie. Ne è un esempio che lo scoop della mia candidatura l’ha dato un altro giornale locale, il vostro (qui l’articolo del Filo).
Torniamo a Dicomano e ai suoi problemi. Qual è la tua posizione sull’eolico di Villore e Corella? Il centrodestra, su questo tipo di investimenti, ha posizioni sostanzialmente favorevoli, a parte qualche eccezione.
“Penso che sull’eolico siamo tutti a favore, per quanto riguarda questo progetto c’è però una dicotomia. Secondo me questo progetto è nato male, le informazioni passate sono state piuttosto labili. E Agsm ha cercato di mettere sotto silenzio tutte le voci critiche. Questo è lampante, questo è un dato di fatto, le cause per difamazione che abbiamo vinto lo dimostrano. Come lo dimostra anche il fatto nella precedente campagna elettorale l’impianto non era nel programma del sindaco, che però era già a conoscenza di questa ipotesi progettuale”.
Cosa proponi per Dicomano? Quale la tua idea forte?
“Io non propongo niente per Dicomano, preferisco che siano cittadini a incontrarmi e dirmi loro che cosa vorrebbero proporre. Sicuramente Dicomano dovrà uscire dalla sua condizione di ‘feudo passiatoriano’. Il Comune si è schiacciato sulle attività e la figura di Stefano Passiatore. Che non ha comunicato, non ha fatto iniziative.
Quali allora le scelte più sbagliate da parte dell’amministrazione uscente?
“L’arroganza di non voler ascoltare e di “esser bravo solo io”. Ovviamente non parlo della persona ma del ruolo politico. Ho fatto diverse interviste a Stefano Passiatore. Come oratore è molto bravo e preparato, però se cerchi di fare domande e lo martelli un pochino, si chiude a riccio e poi ti mette nel ‘congelatore’, come purtroppo è successo a me quando gli ho posto delle domande che lui ha ritenuto non fossero ricevibili”.
Non ti imbarazza sentirsi un po’ extracomunitario nella politica dicomanese? Non ti creerà dei problemi?
“C’è un fil rouge che unisce i comuni del Mugello. Che sono generalmente di un’unica appartenenza politica e caratterizzati dalla staticità di decenni delle stesse amministrazioni. Quindi la cosa non mi imbarazza, Dicomano è come la porta Est del Mugello. Il problema che c’è a Dicomano può essere un problema comunque di Borgo o anche di Barberino”.
Però ti sarà rinfacciato di conoscere poco la realtà locale.
“Sì, sicuramente, certo. È per questo che voglio invece una relazione diretta. Lo slogan che ho creato, è proprio che ogni voce ha la sua importanza e che ogni persona è importante. Io sarò lo strumento per portare avanti la risoluzione dei problemi”.
Dovrai però metterti un po’ anche a studiare la realtà locale. Facciamo un gioco, via Mazzini sai dov’è?
“Sì, guardo su Google Map e vedrò dove è, so dove è piazza Buonamici. Ma questo è importante? Sai, questi sono dettagli abbastanza relativi”.
Favorevole o contrario alle fusioni tra comuni? In particolare la fusione, fallita, con San Godenzo a tuo giudizio sarebbe stata giusta o sbagliata?
“Le fusioni vanno valutate bene e non si possono fare a freddo come sembrava quella tra Dicomano e San Godenzo. Se si fa una fusione soltanto per risparmiare è sbagliato in partenza. Prendiamo Scarperia e San Piero: San Piero sembra diventato una frazione di Scarperia. Le fusioni tra comuni dovrebbero partire da una concezione diversa”.
E dell’Unione dei Comuni cosa pensi? Dicomano è terra di confine con la Valdisieve. Secondo te sta bene dove sta, oppure dovrebbe guardare anche e di più anche verso Pontassieve?
“È normale che le terre di confine possano prendere cultura sia da una parte che dall’altra. Basta vedere la nostra Romagna Toscana: sono mugellani e parlano romagnolo. L’Unione dei Comuni, potrebbe essere una cosa interessante, per quanto riguarda i servizi. È assurdo che ci debbano essere le delimitazioni dei confini per asfaltare una strada sì o una no. Il tema della Polizia Municipale dell’Unione Comuni sarebbe da rivedere: a Borgo sono molto presenti, a Dicomano invece si vedono solo il sabato mattina a fare le multe, quando servirebbero anche in altri momenti”.
Chi vincerà a Dicomano?
“Certamente vincerò io, sono la novità!”
Se per caso non vincessi, resterai in Consiglio a Dicomano?
“Chiaramente lavorerò, perché il Consigliere Comunale è un ruolo di volontariato. Ma io quando prendo un impegno lo porto avanti, quindi seguirò il Consiglio Comunale, e se vinceranno Amato o la Barlotti, li pungolerò con il mio modo di fare, chiaramente corretto, affinché il sindaco possa fare delle cose positive. Se è intelligente, chiunque sarà il sindaco, dovrà chiedere la collaborazione di chi possa aiutarlo, indipendentemente che sia all’opposizione o in maggioranza”.
Meglio Amato o la Barlotti?
“Io Amato non lo conosco, per me sono tutte brave persone. Barlotti la conosco da tempo e la reputo una persona in gamba”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 Aprile 2024