L’emozione del Palio di san Lorenzo “raccontata” dal rione vincitore
BORGO SAN LORENZO – L’impresa è stata indubbiamente di una certa portata. Il rione rosa Ronta – Panicaglia, al primo anno di partecipazione al palio di San Lorenzo, e’ riuscito a conquistare l’ambito drappo in una finale molto seguita, tanto che per l’occasione i due paesi si erano quasi svuotati, con i più giovani tutti a Borgo San Lorenzo a tifare per il proprio rione. Cerchiamo di ripercorrere le emozioni di quella storica giornata, e della lunga preparazione, con questa intervista a Claudia Giorgi, capitano del rione rosa e primo capitano donna nella storia del palio.
Come è stato vincere? Cosa si prova ad arrivare e vincere? Non ci credi fino a quando non è stata fatta la proclamazione del vincitore, fino a che non abbiamo visto sul tabellone che veramente i 20 punti erano nostri, e che eravamo primi in classifica. Perché come obiettivo, dato che eravamo nuovi, ci eravamo posti quello di qualificarsi ed avere l’emozione di giocare il palio, che è comunque un’emozione incredibile. Poi quando vedi che i giochi vanno bene, che la preparazione c’è e che i punti iniziano a salire l’emozione arriva ed è grandissima: sono 8 rioni, e gli altri avevano un livello di preparazione molto alto rispetto agli anni precedenti. Perché più il palio va avanti, e più la preparazione ai giochi è grande.
Com’è organizzato il rione? C’è un capitano, che è quello che tira le fila, poi ci sono altre due cariche: l’alfiere e il fante (Fulvio Barzagli era alfiere e Claudio Simionas fante) che insieme al capitano durante le gare possono stare nel campo e rivolgersi ai giudici per fare delle osservazioni o per chiedere chiarimenti sul regolamento. E’ poi sempre il capitano che viene chiamato dai giudici in caso di penalità, ammonizioni o osservazioni al rione per un comportamento scorretto. Era la prima volta nella storia del palio di un capitano donna.
Come è stato per una donna ricoprire questo ruolo? Non facile all’inizio. Perché in febbraio quando mi sono presentata in saletta comunale per la presentazione dei rioni con la nomina delle cariche, che è il primo incontro che si fa con il direttivo, non è stato semplice. Ci sono stati attimi di silenzio, quasi di gelo, da parte di tutti gli altri rioni, delle altre cariche e degli altri capitani, probabilmente non abituati ad avere una figura femminile in questa veste. E per loro era una novità.
La presentazione avviene in Febbraio? Non è presto per un palio che si svolge in Agosto? È in quella occasione che inizia l’anno del palio, perché si inizia presto a preparare il palio, ci si lavora tutto l’anno. Voglio sottolineare che ho avuto una bellissima accoglienza da Claudio Vozza, il presidente del direttivo. E’ una persona estremamente inclusiva, disponibile e veramente innamorato del palio di San Lorenzo, affinché la festa abbia sempre più partecipazione e sempre più successo. Poi uno degli allenatori del nostro rione, Sammy Bugli, è anche nel direttivo del palio e questo ha aiutato il coordinamento”.
Quando avete ricevuto invece l’investitura formale? Il 19 Luglio con la parata, ma le prime nomine avvengono in saletta comunale. Poi l’investitura ufficiale viene data appunto il 19 Luglio, con la fascia messa ai capitani dalle autorità, in questo caso dal vicesindaco Cristina Becchi. Poi i capitani mettono la fascia ad alfiere e fante.
Chi sono stati gli allenatori della squadra? Gli allenatori erano Fulvio Barzagli per la fune e per la rotoballa insieme a Sammy Bugli, che seguiva anche il taglio della legna. La corsa nel carretto era seguita da Riccardo Ulivieri, e la rulla da Alvaro Goti.
Il rapporto con la mia squadra è stato molto bello, dai primi giocatori a quelli arrivati dopo. Mi hanno sempre accettata come capitano donna e dato un grande affetto e tanto rispetto.
Anche con allenatori il rapporto è stato buono? Il rapporto è stato molto collaborativo e buono, e anche di rispetto dei ruoli e delle competenze. Ci sono tante cose da gestire, non solo la preparazione dei giochi, ma tutta la burocrazia che il palio richiede.
Trovare i giocatori è stato semplice? La squadra è composta da circa 40 persone. Eravamo un rione nuovo e abbiamo trovato un paese spento. Non tutti erano aperti a buttarsi nella realtà del palio, andare a Borgo e unirsi con Panicaglia; ma poi tra Ronta e Panicaglia è nata una bellissima collaborazione.
I giocatori, all’inizio, li abbiamo dovuti cercare. Però i ragazzi che poi si sono guadagnati il posto in squadra ci hanno dato subito fiducia. Certo, abbiamo ricevuto anche dei no, ma la maggior parte di loro si sono impegnati fin da subito. Perché la formazione del gruppo è importante, e noi avevamo tanti ragazzi giovani, anche 18-20 anni.
Il momento più bello dei giochi? I giochi sono stati tutti belli. Il momento più bello di ciascuno è però quando si deve scendere in campo: quei cinque minuti prima di ogni gioco. Ci sono stati bellissimi scambi di sguardi tra me, gli allenatori, e i giocatori. Bellissimi scambi di emozioni, a volte anche paure e tensione da gestire. Sono stati momenti bellissimi, che uniscono tanto, nei quali condividi tanto e conosci le persone. Ed è bello.
Quando avete capito che ce la potevate fare? Avevamo fatto un po’ di calcoli, e quindi già al primo gioco, un secondo posto alla rulla, ci cominciava a mettere sulla strada giusta però la vittoria alla sega ci ha portato davvero a crederci. Forse nella fune avevamo un po’ più di certezza, anche se poi non l’abbiamo vinta, però ci avevamo lavorato tanto ed eravamo consapevoli del nostro livello. Certo, abbiamo incontrato la squadra tecnicamente più forte di noi e il secondo posto ci può stare. Però per gli altri giochi non avevamo percezione. Così dopo la sega, con una vittoria così importante, abbiamo iniziato a crederci. L’emozione si faceva sentire sempre di più.
Quanto è servita l’esperienza del Palio di San Michele a Ronta? Per me tanto, perché io sono stata per tanto tempo capo – rione del rione verde. quindi in questo senso la San Michele è stata una scuola per me, e gli insegnamenti che mi ha dato io li ho riportati tutti nel palio, come credo anche gli altri allenatori che hanno vissuto la San Michele, come Fulvio o Sammy. I ragazzi, essendo tutti giovani non hanno vissuto questa esperienza, ma si sono lasciati tutti trascinare. Questa volta, però, a differenza che nella San Michele, Ronta è stata unita: questo è fondamentale, ed era un obiettivo quello di unirci tutti, ritrovare questa sintonia e stare uniti, anche con Panicaglia.
Avete festeggiato? Abbiamo festeggiato. Ci siamo paragonati alla vittoria del campionato del Napoli, cioè continui festeggiamenti per un anno; e probabilmente sarà così, perché l’entusiasmo è tanto, Ronta risponde: sia il circolo Lo Stradone, sia La Terrazza, sia la Pro Loco. Quando abbiamo richiesto spazi sia per riunioni sia per feste o altro sono sempre stati disponibili ad accoglierci. Così riportiamo movimento e gente a Ronta, poi noi abbiamo questo entusiasmo ed adrenalina che per ora non scende. Avremo la prima cena dei festeggiamenti al circolo La Terrazza il 26 Agosto, andata esaurita in tre giorni, e poi si proseguirà negli altri locali.
Vorrei ringraziare in particolare il circolo La Terrazza e il circolo Lo Stradone, che hanno contribuito a farci avere una base economica anche dandoci gli spazi per gli eventi.
Nicola Di Renzone
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 Agosto 2023