E se ci dessimo tutti una calmata?
MUGELLO – Le campagne elettorali, si sa, fanno alzare i toni della polemica. Ma ci sono limiti che non andrebbero mai superati. E invece l’insulto, la violenza verbale stanno tracimando.
Non dobbiamo fare di ogni erba un fascio: ci sono forze politiche e candidati, nei vari schieramenti, che stanno al tema e dimostrano di avere ancora uno stile e un senso del limite e del rispetto.
Ma quello che vediamo nelle piazze e sui social è preoccupante. Insulto e violenza verbale, odio e cattiveria.
Prendiamo la contestazione di ieri pomeriggio in piazza Cavour. Dissentire dalla Lega e da Salvini è più che lecito, ed è lecito anche manifestarlo. Se un esercente borghigiano, nel suo negozio ha voluto palesare il suo dissenso ha fatto bene: lo ha scritto, la gente legge e poi si farà la propria opinione. Se un gruppo di persone vuol esprimere la propria contrarietà alle posizioni di partiti avversari lo faccia pure. Ma quando gridi slogan durante il comizio degli altri, sei comunque dalla parte del torto, perché impedisci alle persone di parlare e di ascoltare liberamente, come è loro diritto. E quando sui social vomiti una serie di contumelie, idem: le idee si contestano, non si lanciano palate di odio e sentimenti di intolleranza.
Anche perché usi gli stessi metodi che fino a due minuti prima avevi contestato alla destra leghista, i cui militanti tante volte hanno sparso odio, disprezzo e sentimenti razzisti, giustamente condannati.
Verrebbe da chiedere di abbassare i toni, a tutti. Ma sarebbe un appello inutile. Perché c’è chi si trova a suo agio solo a fare il tifoso della curva. E anche in politica gli estremisti ci sono sempre stati. A destra come a sinistra. E ci sono stati periodi storici dove questi estremismi hanno fatto cose orrende, ben più di oggi.
Oggi però sta crescendo in modo preoccupante la superficialità. Si espande a macchia d’olio. La differenza rispetto al passato è che prima era fortemente maggioritario un blocco dove il senso di responsabilità, il rispetto delle istituzioni e delle regole, la capacità di affrontare i problemi nel merito erano la regola. Gli slogan, gli eccessi, gli atteggiamenti intolleranti e violenti erano relegati nei recinti delle estremità. Adesso invece, magari amplificati dai social, le urla e le invettive sembrano diventate pane quotidiano
Sarà bene provare a darsi una regolata. Perché così rischiamo di farci tutti del male. Chi più urla potrà anche vincere le elezioni. Ma poi per governare una Regione gli slogan non basteranno di certo.
Il Filo
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 Settembre 2020
E’ il logico risultato della dilagante impunità presente in questo Paese e dell’esercito di “giustificatori” che si erige a difendere ogni e qualsiasi atto illegal-criminoso.
Colleferro insegna!